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Dosaggi ormonali

Una tappa fondamentale nello studio della paziente che deve sottoporsi a metodiche di riproduzione assistita è rappresentata dalla valutazione ormonale basale. Tale valutazione consente, con un impegno minimo da parte della paziente, di acquisire informazioni basilari su eventuali patologie o disfunzioni su base endocrina.

Lo studio endocrinologico basale permette di identificare molteplici patologie su base disfunzionale:

  • Anovulazione cronica da alterazioni dell’unità ipotalamo-ipofisi
  • Iperprolattinemia
  • Sindrome dell’ovaio policistico
  • Iper- o ipo-funzione surrenalica
  • Iper- o ipotiroidismo
  • Esaurimento ovarico precoce.

Durante la fase follicolare precoce del ciclo mestruale (2°-5° giorno) deve essere effettuato un dosaggio plasmatico dei seguenti ormoni:

  • Ormone follicolo-stimolante (FSH). Livelli di tale ormone < 10 mUI/ml indicano la presenza di un’adeguata riserva ovarica. Il valore soglia dell’FSH basale, al di là del quale le probabilità di ottenere una gravidanza si riducono significativamente, è indicato intorno a 20 mUI/ml; al di sopra di 25 mUI/ml non vengono in genere registrate gravidanze. I valori ottimali di FSH basale sono comunque inferiori a 15 mUI/ml.
  • Ormone luteinizzante (LH). I livelli fisiologici di tale ormone nella fase follicolare precoce del ciclo sono inferiori a 10 mUI/ml. In realtà il livello basale dell’LH risulta importante se valutato in rapporto all’FSH: un rapporto LH/FSH >3 si associa in genere ad una sindrome dell’ovaio policistico.
  • Livelli plasmatici adeguati di tale ormone sono compresi tra 10-25 ng/ml; elevate concentrazioni basali della prolattina si associano frequentemente ad una condizione anovulatoria e richiedono comunque ulteriori approfondimenti per escludere la presenza di patologie organiche.
  • Le concentrazioni plasmatiche di estradiolo riflettono l’attività di biosintesi ovarica; livelli basali < 20 pg/ml riflettono una scarsa attività ovarica . Livelli di E2 al 3° giorno del ciclo >60 pg/ml si accompagnano di contro ad un ridotto recupero ovocitario in caso di stimolazione ovarica e ad un basso tasso di gravidanza.

Indipendentemente dalla fase del ciclo mestruale, deve essere effettuato un dosaggio plasmatico dei seguenti ormoni:

       –   Ormone antimulleriano (AMH). Nella donna, i livelli di AMH sono indosabili in menopausa e dopo asportazione delle ovaie, e quasi indosabili alla nascita. Crescono dopo la pubertà, quindi si stabilizzano in età adulta, poi iniziano a decrescere in funzione della riduzione della riserva ovarica. Ciò dimostra che l’AMH derivi dall’ovaio. Ha quindi un ruolo nella follicologenesi e alcuni autori suggeriscono che la sua misurazione sia utile nel determinare alcune condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico e la insufficienza ovarica primaria. La presenza dell’AMH è correlata con il numero di follicoli antrali precoci e predice la risposta all’iperstimolazione ovarica controllata. Nelle tecniche di riproduzione assistita, il valore dell’AMH può predire il tasso di fecondazione, il numero e la qualità degli embrioni, la non-gravidanza, l’incidenza di aborto, o le nascite ma è al momento poco chiaro, specialmente a livello di AMH molto bassi. Il dosaggio sierico dell’AMH è stato proposto come test di riserva ovarica: il suo decrescere a livelli minimali si potrebbe correlare ad un ridotto numero di follicoli ovarici, mentre un suo abnorme aumento si correla ad un eccesso di follicoli a stadio maturativo precocissimo, come nella PCOS. A differenza di altri test di riserva ovarica, come l’FSH e l’estradiolo, che devono essere dosati nei primissimi giorni del ciclo, l’AMH rimane costante durante tutte le fasi del ciclo mestruale, ed in gravidanza, potendosi pertanto misurare in qualunque momento.

  • Livelli di testosterone >0,6-0,8 ng/ml configurano una condizione di iperandrogenismo sulla cui origine è corretto indagare, anche in relazione alla sua possibile influenza su una regolare ovulazione.
  • Ormoni tiroidei (T3, T4, TSH). Alterazioni in eccesso o in difetto di tali ormoni si associano spesso a disordini dell’ovulazione.

Durante la fase luteale media (21° giorno) del ciclo deve essere effettuato un dosaggio plasmatico del progesterone; concentrazioni >10 ng/ml indicano l’avvenuta ovulazione e riflettono un’adeguata attività del corpo luteo.